Vino naturale, biologico e vino biodinamico: sempre più spesso si sente parlare di queste tipologie di vino, ma cosa significa e quali sono le differenze?

Caratteristiche vino biologico

Il vino biologico (o organico) è l’unico, di queste tre tipologie, riconosciuto a livello legislativo. Nell’articolo 29, comma quater e quinquies del Regolamento Europeo 203/2012 si fa riferimento all’uso di “taluni prodotti e sostanze” e “pratiche enologiche e restrizioni” che caratterizzano il bino biologico.

Per essere riconosciuto tale, quindi, deve provenire da un vigneto con certificazione biologica che garantisce la limitazione di trattamenti chimici (erbidici e funghicid) e l’utilizzo di fertilizzanti biologici che vengon o sostituti con zolfo e solfato di rame.

 Molto importante, perché un vino sia definito biologico, è l’utilizzo di anidride solforosa. Secondo il regolamento ci sono dei limiti di utilizzo per i vini biologici:

  • 100mg/l per i vini rossi con zucchero residuo inferiore a 2g/l.
  • 150mg/l per i vini bianchi e rosati con un livello di zuccheri residui inferiore a 2g/l

Per riconoscere un vino biologico è sufficiente controllare che nell’etichettatura ci sia il simbolo di una foglia su sfondo verde.

A livello di gusto non ci sono grandissime differenze con i vini convenzionali, anche se a volte risultano più “veraci” ed espressivi poiché derivano da suoli lavorati in maniera meno chimica.

Caratteristiche vino naturale

A differenza del vino biologico il vino naturale non ha una legislazione in materia. Si dicono, in gergo, vini naturali quelli prodotti secondo delle “normative” condivise da associazioni autorevoli di produttori.

 Un vino naturale viene prodotto cercando di rispettare il più possibile il la vite e il terreno e sfruttando la massimo le risorse naturali per la lavorazione.  

La caratteristica principale di questi vini è che sono prodotti senza additivi chimici né manipolazioni aggiunte: non ci sono pesticidi, le concimazioni sono solo organiche e la vendemmia è totalmente manuale.

Anche nella lavorazione la fermentazione deve essere spontanea con lieviti già presenti nell’uva e negli ambienti di vinificazione.

Anche in questo caso, come nel precedente, è fondamentale l’eliminazione dell’anidride solforosa che non deve superare i 50 mg/litro per vini bianchi, frizzanti, spumanti, rosati e dolci e non superiore a 30 mg/litro per vini rossi.

Riconoscere questa tipologia di vini è più complessa: ci sono alcune etichette come ViniVeri e VinNatur che raggruppano molti produttori di vini naturali ma non essendoci una legislazione non esiste una vera certificazione per questi vini. 

Caratteristiche vino biodinamico

Anche in questo caso non esiste una legislazione in merito per definire le caratteristiche del vino biodinamico ma la produzione è regolamentata dall’associazione Demeter.

La filosofia di fondo per la produzione del vino biodinamico è quella di rispettare quanto più possibile la Natura, rispettando i suoi cicli e fasi lunari.

La produzione del vino, quindi, segue un'agricoltura biodinamica che non si ferma solo alla vigna ma prosegue, ovviamente, anche in cantina. 

Anche qui, uno degli aspetti su cui i produttori puntano è la quantità di anidride solforosa che è possibile utilizzare: 70 mg/l nei vini rossi, 90 mg/l nei vini bianchi e 60 mg/l in quelli frizzanti. 

Anche in questo caso è molto difficile identificare i vini biodinamici. Il logo di Demeter sull’etichetta è un valido aiuto per riconoscere un vino prodotto in questo modo ma non è sempre valido.